Giro d’Italia 2025, Top/Flop del Giorno

La nostra consueta rubrica che traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Giro d’Italia 2025.

  • Mads Pedersen (Lidl-Trek): La rivoleva, la Maglia Rosa, e se l’è ripresa. Il danese, con il contributo di una squadra che, nella sua interezza, ha dato una notevolissima dimostrazione di forza, ha vinto la seconda tappa, in tre giorni, finalizzando alla perfezione una giornata gestita con grande lucidità e confermando di essere corridore di altissimo livello, qualora una conferma servisse ancora. Sulla carta, ora, potrà restare al comando della classifica generale per diversi giorni, godendosi il simbolo del primato.
  • Corbin Strong (Israel-Premier Tech): Fra i velocisti presenti in gara, è uno di quelli più adattabili e lo conferma riuscendo ad assorbire una tappa con alto dislivello e una salita davvero impegnativa. Nel finale si muove molto bene e arriva dove voleva, ovvero a duellare con Mads Pedersen, ma gli manca quella punta di velocità necessaria per sopravanzarlo. Comunque, prestazione davvero notevole per il neozelandese.
  • Giulio Pellizzari (Red Bull-Bora-hansgrohe): Da gregario di Primož Roglič, insieme a Giovanni Aleotti, fa tutto alla perfezione, scortando lo sloveno nei momenti più convulsi della giornata. Poi, vai a vedere la classifica generale e lo trovi, dopo una cronometro, al decimo posto: chissà che, da qui alla fine del Giro, non riesca a conciliare i compiti di squadra e le ambizioni personali.
  • Martin Marcellusi (Vf Group-Bardiani Csf-Faizanè): Aveva voglia di spaccare il mondo e ha probabilmente esagerato in termini di grinta e determinazione, finendo per essere sanzionato dalla giuria. Forse lui e il compagno di squadra Filippo Fiorelli potevano gestire meglio le energie ancora a disposizione nella volata finale, ma è possibile che abbia anche pesato, per certi versi, la caccia ai punti UCI disponibili al traguardo.
  • Tom Pidcock (Q36.5): Un “attacchino” nell’ultimo tratto della salita, che a ben guardare ha causato ben pochi sussulti nel gruppo e che non gli ha fruttato granché. Se c’era volontà di indurire ulteriormente la corsa, prendere le ruote di Fortunato e Bilbao al momento giusto avrebbe probabilmente dato più risultati.
  • Alpecin-Deceuninck: Il percorso era oggettivamente troppo duro per Kaden Groves, che lascia quindi l’Albania a mani vuote. Complessivamente si poteva però fare qualcosa in più, magari con Quinten Hermans, ma le maglie della squadra belga si sono diradate abbastanza in fretta, lungo il tracciato.

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